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Verifica biennale ascensori: costo

Non è raro il caso di incidenti, a volte anche molto gravi, che vedano protagonisti gli ascensori nel nostro Paese. L’Italia è effettivamente un caso unico nel panorama internazionale, in quanto proprio lungo la penisola sono stati installati oltre un milione di ascensori, cui ogni anno se ne aggiungono altre migliaia, ad esempio negli edifici di nuova costruzione o in quelli vecchi ove lo stato di obsolescenza degli impianti costringe alla loro sostituzione.
Una storia iniziata in pratica al termine del secondo conflitto mondiale, quando le distruzioni operate dal conflitto costrinsero alla ricostruzione di una lunga serie di edifici cittadini, anche in considerazione del trasferimento di grandi masse di persone dalle campagne alle città, per effetto dell’incipiente boom economico. Il varo di edifici sviluppati in altezza, spinse infatti molti proprietari a puntare sugli impianti di sollevamento delle persone e delle merci, agevolandone in tal modo gli spostamenti verticali. Una mossa estremamente gradita dai nostri connazionali che da quel momento non hanno più smesso di esternare il loro favore per gli ascensori. Il risultato di tutto ciò è che oggi il nostro Paese vanta circa un quinto delle piattaforme per il trasporto verticale esistenti in tutto il vecchio continente.

Il problema dell’obsolescenza

Oltre che essere primatista a livello europeo, l’Italia vanta anche un gran numero di impianti molto vecchi, i quali devono naturalmente essere oggetto di grande cura per evitare possibili pericoli alle persone che li utilizzano. Ad attestarlo è ANACAM (Associazione Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori), l’associazione che riunisce le imprese del settore, la quale non esita a mettere in evidenza anche una evidente anomalia che caratterizza la penisola, ovvero il mancato recepimento di una direttiva europea fondamentale per il settore, la Raccomandazione 95/216/CE per l’adeguamento della sicurezza degli ascensori installati prima del luglio 1999. Una anomalia che apre la strada a notevoli pericoli in tal senso, se solo si pensa che nel corso del 2013 Assoascensori ha contato non meno di 1300 incidenti, tra i quali alcuni mortali. Un dato che si aggiunge a quello relativo al fatto che su oltre un milione di ascensori in servizio in Italia nel 2017, circa il 40% (400mila) ha più di 30 anni e almeno il 60% non vede la presenza delle più recenti tecnologie in materia, le uniche in grado di garantire un miglior livello di affidabilità.
Si tratta di un dato che risente anche della crisi economica in atto ormai dal 2008 e seguita allo scoppio della bolla dei Mutui Subprime. Molte famiglie, dovendo tagliare alcune voci di spesa per non mettere a repentaglio la tenuta dei bilanci familiari hanno infatti deciso di sacrificare un aspetto non ritenuto essenziale come quello della sicurezza degli ascensori. Tanto da spingere addirittura il consiglio di Stato ad eliminare le commissioni per l’abilitazione dei tecnici in quanto troppo costose. Il risultato di tutto ciò è che lungo il territorio nazionale si contano non meno di 700mila impianti elevatori che possono costituire un pericolo non da poco per gli utenti.

verificaQuanto costa la verifica biennale

Gli impianti per il trasporto verticale di cose e persone devono essere sottoposti per legge a verifica per poterne riscontrare il grado di efficienza, che avviene ogni due anni. La domanda che si fanno in molti, proprio in ordine alla verifica biennale degli ascensori è proprio relativa al costo da essa comportato.
La prima cosa da ricordare è che ad effettuare queste verifiche devono essere dei tecnici laureati in ingegneria muniti di certificato di abilitazione rilasciato dall’Arpa competente, da operatori comunitari dotati di specializzazione equivalente oppure dalle imprese che siano state abilitate.
Le verifiche periodiche sono tese in particolare ad accertare che le parti da cui dipende la sicurezza di esercizio dell’impianto siano in condizioni di efficienza o meno e gli incaricati devono anche testimoniare il regolare funzionamento dei dispositivi di sicurezza, oltre al rispetto delle prescrizioni le quali siano state eventualmente impartite nel corso delle precedenti verifiche. Quando il procedimento indicato a norma di legge sarà terminato, il tecnico incaricato dovrà rilasciare il verbale compilato con gli esiti della verifica al proprietario, dandone una copia anche alla ditta che sia stata incaricata della manutenzione Verbale che dovrà anche essere inoltrato al competente ufficio comunale, al fine di metterlo al corrente della reale situazione e spingerlo ad attivarsi proprio sulla base di quanto comunicato.
Come abbiamo già ricordato proprio i costi collegati al rilascio dell’abilitazione sono stati eliminati dal Consiglio di Stato, proprio perché le società di certificazione tendevano a scaricarli sugli utenti. Nonostante ciò la situazione è ancora abbastanza complicata, in quanto si può passare da costi esorbitanti a cifre assolutamente accessibili e alla portata di tutti. Basta in tal senso effettuare un rapido giro di orizzonte online per rendersi conto di questa realtà, con imprese che chiedono svariate centinaia di euro per dare vita al procedimento e altre che invece si accontentano di cifre molto minori, non di rado nell’ordine di qualche decina di euro. Un panorama variegato anche a livello territoriale, a volte sulla spinta delle vere e proprie politiche di cartello cui danno vita le imprese operanti in una determinata città, confidando anche sul fatto che a poter svolgere questo lavoro non sono moltissime aziende. Il consiglio che si può dare a priori è comunque quello di non guardare eccessivamente al risparmio, in quanto una tariffa troppo bassa può anche nascondere una mancanza di reale professionalità da parte di chi la offre.