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Superamento delle barriere architettoniche e mondo ascensori

L’accessibilità del Mondo in cui viviamo è stata certamente una conquista democratica della seconda metà XIX secolo. Nonostante l’ascensore sia il mezzo più utilizzato nella fruizione degli spazi architettonici, è stato necessario attendere più di un secolo dalla sua diffusione affinché i legislatori, progettisti, urbanisti e addetti ai lavori sviluppassero una certa sensibilità nell’ideare soluzioni volte al superamento delle barriere architettoniche e sensoriali. Nel 1948 Le Corbusier pubblica Il modulor (module e section d’or): «misure armoniose per soddisfare la dimensione umana» del fruitore standard nel pieno delle sue capacità fisiche.
Quasi vent’anni dopo Selwyn Goldsmith scrive il manuale “Designing for the Disabled: The New Paradigm”. Per la prima volta nella storia dell’architettura, un manuale di progettazione prende in
considerazione le disabilità fisiche e sensoriali e le caratteristiche temporanee e permanenti delle persone durante le fasi della vita. La seconda metà del XIX secolo è difatti un periodo di svolta. Gli accadimenti di questo secolo, le guerre e le loro conseguenze guidano i progettisti verso una nuova consapevolezza, per la quale i destinatari dell’ambiente progettato non corrispondono più a caratteristiche ideali o standard, ma bensì complesse e diversificate. Non a caso le prime norme si rivolgono ai mutilati ed invalidi di guerra. La definizione di utente standard/ideale/medio a cui l’architettura ha fatto riferimento fino al secolo scorso si rivela un’astrazione. Il dottor Hans Theodore Edward Hertzberg, uno dei più noti studiosi di antropologia della seconda metà del 900, afferma: «Realmente non esiste un cosiddetto uomo (o donna) medio. Vi sono persone che possono avere una statura media, oppure un peso medio, ma persone che rispondono a valori medi riguardo due dimensioni costituisco solo il 7% della popolazione, quelli rispondenti a tre dimensioni costituiscono solo il 3% della popolazione mentre quelli a quattro sono meno del 2%»3. Osservando i dati più recenti forniti dall’Eurostat4, si nota che è in corso un processo di invecchiamento della popolazione con un aumento significativo della disabilità. Oggi, la percentuale di anziani, di età pari o superiore ai 65 anni, si attesta al 19,2 % (+0,3 % rispetto al 2015 e +2,4 % rispetto al 2006) e si prevede un aumento al 29,1% entro il 2080 (+10 % del 2016)5. Per quanto riguarda le persone con disabilità, la Comunità Europea ne conta tra i 50 e gli 80 milioni (tra il 10% e il 16% della popolazione totale) e prevede un incremento tra l’8 e il 13% entro il 2020. Inoltre, se si conteggiano almeno due persone che nell’aiutare una persona disabile condividono lo stesso disagio, significa che la percentuale di europei interessata dai problemi di accessibilità è compresa tra il 30% e il 48%. Nel far fronte a questa esigenza sociale, negli ultimi anni la comunità europea ha provveduto a disposizioni e regolamenti in cui le parole chiave sono:
– inclusione sociale
– uguaglianza
– mancata discriminazione
– accessibilità per tutti.