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Restauro ascensore: come devono essere ripartite le spese tra i condomini?

Non è raro nel nostro Paese il caso di entrare in un ascensore d’epoca, considerato come secondo studi recenti condotti da Thyssenkrupp Elevator Italia un buon 40% degli impianti dislocati lungo la penisola abbiano più di 30 anni. Se la cabina si conserva in buone condizioni ed è stata costruita con materiali di pregio, è quasi impossibile non provare un senso di ammirazione, ma nel caso contrario è inevitabile pensare che non si tratta certo di un buon biglietto da visita per lo stabile che l’ascensore è destinato a servire.
In molti casi, quindi, è arrivato il momento di iniziare a pensare al restauro dell’ascensore in modo da restituirgli una confezione estetica gradevole e cercare di adeguarlo alle normative vigenti. In questo caso come devono essere ripartite le spese tra i vari condomini?

Norme ascensoriIl Regolamento ascensori

Il restauro della cabina di un ascensore comporta solitamente un investimento abbastanza rilevante. Proprio questo, in fondo, è il motivo per il quale i vari governi si sono sempre opposti alla richieste delle associazioni che raggruppano le imprese le quali si occupano di impianti per il sollevamento di rendere obbligatorio questo intervento dopo un certo numero di anni. Un investimento tale da rendere sempre consigliabile rivolgersi ad imprese che siano in grado di mixare una estetica di livello al miglioramento funzionale e al risparmio energetico. Naturalmente tutto in linea con le nuove normative, le quali hanno disposto standard più severi rispetto a quelli in vigore nel passato. In particolare, quando si decide per il restauro dell’impianto di sollevamento verticale, la normativa cui occorre fare riferimento è il cosiddetto Regolamento ascensori, varato nel 2017. Trattandosi poi di lavori di ristrutturazione su un impianto già esistente, per la ripartizione delle spese occorre tenere conto dell’articolo 1124 del Codice Civile, come del resto confermato dalla Corte di Cassazione. Proprio esso, infatti, va a stabilire come la ripartizione delle spese debba interessare la totalità dei condomini.

Cosa dice la Corte di Cassazione

A ribadire la ripartizione delle spese tra tutti i condomini, come specificato dall’articolo 1124 del Codice Civile, è stata la Corte di Cassazione con la sentenza 14697 emanata il 14 luglio del 2015. Il dispositivo della sentenza ha ribadito ancora una volta come nell’eventualità che si proceda ad interventi di restauro e conservazione dell’ascensore, tutti i condomini siano tenuti a contribuire alle spese.
Allo stesso tempo va sottolineato che questo accade solo nel caso in l’oggetto dei lavori sia la conservazione della cosa comune e non la semplice manutenzione. In questo secondo caso, infatti, a contribuire alle spese che ne derivano sono tenuti soltanto i condomini i quali usufruiscono dell’ascensore. Un novero dal quale logicamente sono esclusi coloro che abitano al piano terra.
Non è però raro il caso in cui i condomini del piano terra guardino alla ripartizione delle spese per il primo caso alla stregua di un’ingiustizia. Per poter evitare di dover contribuire alla conservazione dell’ascensore, ovvero al suo restauro, essi possono però chiedere all’assemblea condominiale l’approvazione di una delibera che li sollevi dall’onere. Proprio questa, infatti, è la procedura che permette di superare la presunzione di comproprietà su una determinata parte del fabbricato.