Gli ascensori sono da sempre stati una vera e propria “sfida” per l’essere umano; gareggiare con la gravità, raggiugere un livello superiore è stata una missione all’ordine del giorno, per ingegneri e architetti, di qualsiasi epoca.
Non stupisce dunque che persino nel periodo dell’antica Roma ci si ponesse il problema di sollevare e far discendere persone ed oggetti, come lo dimostrano i numerosissimi reperti arrivati sino a noi. Ovviamente tracce di questo interesse sono ben presenti in quella che da tutti è considerata essere la firma architettonica tipica dell’Antica Roma: il Colosseo.
Proprio nell’antico “Anfiteatro Flavio”, il più grande anfiteatro romano del mondo era infatti previsto un apparato tecnico, invisibile al pubblico e coperto dal piano dell’arena, in cui si aprivano botole per far emergere a sorpresa uomini, animali e scenografie.
L’obiettivo era tanto scenico quanto funzionale.
Questi sotterranei, previsti già nell’inaugurazione dell’80 d.C., furono nel tempo modificati, per volere di Domiziano in vere e proprie murature stabili. Si trattava di spazi che si estendevano per circa mezzo ettaro: 14 corridoi erano posti ai lati del grande corridoio centrale; di questi 6 erano rettilinei, 2 semiellittici e 6 curvilinei.
Fino all’ultimo spettacolo documentato, nel 523 d.C., all’interno della struttura del Colosseo, proprio nei sotterranei furono installati montacarichi, piattaforme e ascensori che permettevano la comunicazione con il piano dell’arena, superando un dislivello di più di 6 metri.
Durante età Flavia inoltre sono documentati ben 28 argani per il sollevamento di altrettanti montacarichi, posizionati lungo il corridoio curvilineo, utilizzati per il sollevamento di animali entro gabbie: per azionare simultaneamente i montacarichi erano necessarie 224 persone. Nel corridoio centrale, invece, 20 piattaforme mobili sollevavano gli scenari usati per anche per le condanne a morte.
In epoca successiva e comunque a partire dall’età dei Severi, il sistema presente nel corridoio venne dismesso ed al suo posto fu installato un nuovo impianto nei corridoi rettilinei, costituito da 60 “piccoli ascensori” utili al sollevamento sia di uomini che animali.
Tracce di questi piccoli gioielli architettonici sono arrivate fino a noi, oltre a numerose ricostruzioni di queste strutture, antenate degli ascensori moderni.