Le categorie che presentano delle fragilità devono essere protette in qualunque contesto, innanzitutto dal punto di vista normativo. Il mondo degli ascensori da ormai tanti anni, soprattutto in Italia, sta cercando di colmare lacune legislative pregresse e legiferare a favore delle persone con disabilità, ad esempio, all’interno di un condominio. Infatti proprio all’interno dei palazzi, l’ascensore rappresenta un elemento imprescindibile per permettere a chi ha una mobilità ridotta di spostarsi con tranquillità dal proprio appartamento. Ma nello specifico, cosa dice la legge in merito all’installazione dell’ascensore in presenza di persone con invalidità certificata? Cosa fare se i condomini non sono tutti d’accordo?
Semplice: in Italia, nel caso in cui il soggetto abbia una disabilità certificata dalla legge 104, per installare un ascensore nell’edificio basterà convocare un’assemblea e che i votanti presenti a favore siano almeno il 50%.
Se però non si dovesse raggiungere la maggioranza dei voti favorevoli, se la questione restasse dibattuta ma per ovvi motivi la costruzione dell’ascensore diventasse urgente, la persona interessata potrà ovviare al problema in due differenti modi:
-
Richiedere formalmente l’installazione dell’ascensore avvalendosi del proprio diritto a eliminare le barriere architettoniche
-
Se sono trascorsi oltre 3 mesi dall’assemblea senza un risultato, provvedere a proprie spese all’installazione
Ovviamente se si ottiene la maggioranza in assemblea sarà l’intero condominio a preoccuparsi della spesa secondo la suddivisione dei millesimi; nel caso in cui non si raggiunga una decisione in assemblea, sarà purtroppo il singolo privato cittadino con difficoltà motorie a dover far fronte alla spesa.