In Europa il settore delle costruzioni, fulcro del settore ascensoristico, sta crescendo in virtù dei bassi interessi e della buona crescita economica. A livello europeo si prevede che la crescita economica rimarrà moderatamente solida, crescerà l’export e gli interessi rimarranno tendenzialmente bassi. In questo modo, il gettito fiscale sarà incrementato e, di conseguenza, anche gli investimenti in edilizia pubblica, reti di trasporto e altre infrastrutture. Invecchiamento della popolazione, urbanizzazione, nuovi flussi migratori, migrazione interna e sono gli altri fattori da tenere in considerazione quando si parla di costruzioni. La crescita continuerà, ma a un passo più lento rispetto al passato. Secondo le previsioni di Euroconstruct – la conferenza si è svolta il 7-8 giugno a Helsinki, Finlandia) – le costruzioni in Europa cresceranno del 2,7% nel 2018 e il passo si sta chiaramente rallentando rispetto alla percentuale del 3,9 dell’anno scorso. La crescita dovrebbe continuare anche nel biennio 2019-2020, ma a livelli più bassi, e le costruzioni non rappresenteranno più il motore della crescita. Tuttavia l’incremento del settore rimane ad ampio raggio e interessa i principali settori delle costruzioni: residenziale, non residenziale e ingegneria civile, in entrambi i segmenti, nuovo e riqualificazione. Il ruolo delle nuove costruzioni come motore diminuirà e il fulcro della crescita si sposterà verso le costruzioni di ingegneria civile. Nel 2018, e nei prossimi due anni, la crescita del settore sarà più consistente in:
- Ungheria (+12%)
- Polonia (7%)
- Irlanda (7%)
- Portogallo (8%)
In Finlandia, Germania e Svezia la crescita si fermerà nei prossimi anni. Nell’Europa occidentale l’incremento del settore è più rapida. La media prevista è del 7,5% mentre quella dell’Europa orientale è del 1,7%. Nei Paesi del Nord la crescita è stata evidente negli ultimi anni. Nel 2016 e 2017, è stata del 5% circa mentre i dati europei nel loro insieme si assestavano al 2,5 e 3,9%. Nel 2018 la crescita nel Nord Europa sarà invece intorno al 3%, mentre nel 2020 sarà soltanto dello 0,5%. Svezia e Finlandia sono responsabili del rallentamento dell’intera regione baltica. Nel 2019 e nel 2020, la crescita media sarà piuttosto negativa in Finlandia e Svezia, ma rimarrà positiva in Norvegia e in Danimarca.