L’ascensore è una presenza costante nella vita degli italiani, in particolare di quelli che abitano all’interno di palazzi molto elevati, nei quali si presenta di conseguenza il problema di favorire il trasporto verticale di persone e cose. Un problema pressante soprattutto per chi magari sia entrato nella terza età o abbia problemi di mobilità e potrebbe vedere compromessa la qualità della sua vita di tutti i giorni ove non ci fosse questo prezioso ausilio. Una considerazione la quale ha reso possibile una conferma nel corso dei decenni del grande appeal tra italiani e ascensori, facendo del nostro Paese la vera e propria patria mondiale del trasporto verticale su piattaforma.
Il discorso sicurezza
Naturalmente la presenza di un numero elevatissimo di ascensori, oltre un milione lungo tutto il territorio peninsulare (quasi il 10% dell’intero comparto mondiale), ha costretto le autorità a interessarsi sempre di più del problema sicurezza. Non sono rari, infatti, i casi in cui il malfunzionamento degli impianti o improvvisi guasti possano dare vita a incidenti nei quali l’incolumità dei passeggeri viene messa seriamente a repentaglio, innescando denunce di cui saranno chiamati a rispondere i proprietari degli impianti.
Sotto tale punto di vista va ricordato come gli ascensori vadano sottoposti a manutenzione e controlli periodici, da affidare a tecnici abilitati. Nel caso essi vadano ad individuare l’esistenza di problematiche tali da comportare pericoli, sono tenuti ad avvisare il proprietario (o comunque il responsabile) e le autorità competenti. Il tutto sulla base delle recenti normative europee, le quali sono state accolte dal decreto legge 23 emanato il 10 gennaio 2017, il quale ha apportato modifiche al decreto 162 emanato dal Presidente della Repubblica il 30 aprile 1999. Il nuovo regolamento ascensori, come è stato ribattezzato dagli addetti ai lavori, è andato in pratica a dare attuazione alla direttiva 33 approvata nel 2014 dall’UE in riferimento ai componenti di sicurezza e all’esercizio degli ascensori.
Le chiavi cabina in ascensore
Tra i fattori che possono implementare in maniera anche notevole il livello di sicurezza degli ascensori, ci sono anche le chiavi. Ad esempio quelle anti-intrusione sul battente delle porte, grazie alle quali soltanto chi possiede la chiave può entrare nella cabina dell’ascensore, o quelle di abilitazione in cabina, che ne rende possibile l’utilizzo soltanto da parte dei proprietari. L’utilità di questi accorgimenti è sicuramente elevatissima, in quanto da un lato può impedire l’entrata nell’impianto a persone sconosciute e dall’altro evitare che ad esempio dei malintenzionati possano utilizzare l’ascensore per i loro particolari scopi.
Oltre a quelle che vengono utilizzate all’interno della cabina dell’ascensore, va poi ricordata la possibilità di utilizzare le chiavi anche per l’abilitazione al piano permettendo solo ai possessori delle stesse, magari con una serratura dotata di cifratura, di poter chiamare al piano il mezzo di trasporto.
La decisione di dotare ogni condomino di chiave per poter utilizzare l’ascensore, risponde a criteri di sicurezza anche in relazione all’utilizzo improprio dell’impianto che potrebbe essere fatto da estranei, magari nel corso di traslochi o di altre operazioni nel corso delle quali l’improvvisato utente potrebbe sottovalutare la necessità di aderire a norme di comportamento tese a preservarne appunto l’incolumità. Proprio per questo motivo una soluzione di questo genere inizia a farsi largo all’interno di molti condomini che preferiscono ridurre al minimo la possibilità di situazioni nelle quali gli abitanti dell’immobile potrebbero essere chiamati a dover rispondere in sede civile per comportamenti rischiosi messi in atto da persone estranee.