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Adeguamento ascensori: in Italia la situazione è molto critica

Adeguamento ascensori: qual è la situazione in Italia? Per capire meglio di cosa si stia parlando occorre fornire un semplice dato, in grado di rendere più chiaro il quadro: nel nostro Paese sono quasi 700mila le macchine adibite al trasporto di persone e cose che non sono provviste di collegamento telefonico con un centro di soccorso. Mentre ammonta alla metà il numero di quelli che hanno uno scalino all’ingresso della cabina.
I dati appena forniti possono essere meglio compresi alla luce del fatto che gli ascensori esistenti in Italia ammontano a circa un milione, il numero più alto al mondo. Una situazione quindi abbastanza critica, anche perché molti di essi risalgono a svariati decenni fa, quando l’attenzione per la sicurezza era in effetti molto minore rispetto ad oggi.

L’adeguamento degli ascensori nella nuova normativa

Neadeguamento l  marco del 2017 è entrato in vigore il decreto emanato 10 gennaio 2017, contrassegnato dal numero 23, tramite il quale sono state apportate una serie di modifiche al decreto 162 del Presidente

della Repubblica risalente al 30 aprile 1999. In pratica il nuovo regolamento è andato a dare attuazione alla direttiva 2014/33/UE che faceva riferimento agli ascensori, ai loro componenti di sicurezza e all’esercizio.
Quello che è stato indicato alla stregua di “nuovo Regolamento ascensori 2017”, si applica agli ascensori installati in modo permanente in edifici o costruzioni e ai componenti di sicurezza per ascensori, siano essi prodotti all’interno dell’Unione europea che provenienti da un Paese esterno. Il suo ambito di applicazione esclude invece gli ascensori chiamati a servire contesti particolari come i cantieri o le miniere, o quelli progettati a fini militari.

Quali sono le prescrizioni della nuova normativa in tema di adeguamento ascensori?

Per quanto riguarda il tema dell’adeguamento degli ascensori preesistenti, occorre segnalare come il nuovo regolamento non preveda tale obbligo per le macchine che siano state installate prima dell’entrata in vigore del D.P.R. 162 del 1999.
E’ stato quindi confermato quanto affermato dal MISE, che in considerazione delle polemiche suscitate dalle notizie secondo le quali l’obbligo sarebbe stato sancito in maniera ufficiale all’interno del provvedimento. A dare fuoco alle polveri era stata in particolare Confedilizia, la quale aveva emanato un comunicato in cui accusava senza mezzi termini l’esecutivo di voler imporre una sorta di tassa occulta, quella che sarebbe appunto derivata dall’obbligo di far verificare in via straordinaria gli ascensori ai tecnici abilitati. Una verifica che, come abbiamo visto, produrrebbe un numero spropositato di interventi di adeguamento, tali da andare a pesare in maniera anche notevole sulle economie familiari, in un momento in cui le stesse devono ancora riprendersi dalla cura dimagrante imposta negli ultimi anni dal risanamento dei conti pubblici.
Nella discussione è poi intervenuta l’ANACAM (Associazione Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori), che ha esplicitamente denunciato alla stregua di una bufala il comunicato di Confedilizia, ricordando che il tema della sicurezza degli ascensoriè comunque centrale, a prescindere dal fatto che essi siano nuovi o risalgano a svariati decenni fa. Una discussione che è stata in pratica esaurita dall’entrata in vigore del nuovo regolamento ascensori che, come abbiamo ricordato, non prevede obblighi in tema di adeguamento ascensori.