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Dimensione cabina ascensori per disabili

Quello delle barriere architettoniche continua ad essere un notevole problema nel nostro Paese. In Italia i disabili sono circa 4 milioni stando almeno alle ultime statistiche disponibili, un numero molto elevato di persone che purtroppo non riescono a trovare risposte adeguate da parte delle istituzioni alle loro problematiche. Tanto da spingere l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) a denunciare il micidiale mix tra i fondi scarsi dedicati ai disabili, il clima discriminatorio e soprattutto la presenza di un grande numero di barriere architettoniche. Un concorso di fattori che contravviene alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità risalente al 2006 e approvata in Italia tre anni più tardi. Va anche aggiunta al quadro l l’inadempienza della maggior parte degli 8mila Comuni italiani i quali non sono mai riusciti ad approvare i cosiddetti  P.E.B.A., ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, strumenti previsti sin dal 1992 con il preciso intento di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini.
In conseguenza di ciò è ancora troppo frequente il caso di edifici, pubblici e privati, in cui si presentino gravi impedimenti ad un uso degli spazi allargato anche ai portatori di handicap motorio o fisico sotto forma di accessi, ingressi, porte, pavimenti, servizi igienici, ascensori, altezze di vari elementi che si rivelano non fruibili per coloro i quali presentano problematiche anche temporanee come ad esempio un arto ingessato. Va soltanto leggermente meglio nelle scuole, ove sulla base dei dati forniti dal Miur sarebbero state rimosse le barriere architettoniche dal 74,5% degli edifici scolastici, un dato che si spera di migliorare nell’immediato futuro.
Esempi classici di barriera architettonica sono considerati gli scalini, le porte troppo strette, le pendenze eccessive e gli spazi ridotti. Proprio questi ultimi rappresentano una delle problematiche che possono impedire l’utilizzo degli ascensori ai disabili, Andiamo a vedere più da vicino il quadro.

La normativa vigente

Quando si parla di ascensori occorre sempre partire da un dato di fatto, ovvero la normativa vigente al riguardo nel nostro Paese. La legge di riferimento è in particolare il decreto ministeriale n. 236 del 14/06/1989 emanato dal Ministero dei Lavori Pubblici, che contiene le indicazioni relative alle dimensioni minime di un ascensore, al superamento e all’eliminazione delle barriere architettoniche e molto altro. Una legge che parte da un presupposto ineludibile in base al quale tutti gli impianti adibiti al sollevamento verticale di cose e persone devono essere progettati e realizzati al fine di consentire l’accesso a soggetti come anziani e individui gravati da handicap e ridotte capacità motorie.
Per quanto concerne le dimensioni dell’ascensore per disabili, esse possono variare sulla base dei singoli casi specifici che possano presentarsi di volta in volta. Nel caso in cui l’ascensore debba essere installato all’interno di un edificio di nuova costruzione, le sue misure potranno essere differenti rispetto a quelle necessarie per un impianto da realizzare all’interno di un immobile invece già esistente. Le variazioni possono poi sussistere anche nel caso di un immobile residenziale, rispetto a uno pubblico. In questo caso le leggi di riferimento sono il D.P.R.503 del 24 luglio 1996, valido per tutta Italia con la singola eccezione della Lombardia, e la legge regionale n.6 del 20 febbraio 1989, valido solo per la stessa.

news-dimensione-ascensore-disabili-300×300Cosa dice la legge a proposito della dimensione della cabina degli ascensori per disabili

Tornando alla legge che prevede l’eliminazione delle barriere architettoniche, proprio essa prevede l’obbligo di installare ascensori in presenza di strutture con più di tre piani fuori terra. Gli impianti in questione, a loro volta, devono essere in grado di garantire la massima facilità di movimento e trasporto e per poterlo fare devono essere progettati avendo sempre presente l’obiettivo di partenza, cui devono essere adeguate le caratteristiche strutturali, partendo proprio dalla dimensione che deve assumere la cabina degli ascensori per disabili. Ove si tratti di nuove costruzioni, bisogna distinguere tra edifici residenziali e non: nel secondo caso il progetto dovrà prevedere la presenza di piattaforme elevatrici provviste di cabine che abbiano una profondità minima di 140 per 110 centimetri di larghezza e porte dotate di una luce di almeno 80 centimetri, mentre lo spazio libero antistante la cabina dovrà raggiungere un minimo di 150×150 centimetri; ove invece si presenti il caso di edifici di nuova costruzione ad uso residenziale, la dimensione della cabina degli ascensori per disabili deve corrispondere a 130 centimetri di profondità per 95 di larghezza, restando invece invariate rispetto al caso degli edifici non residenziali le misure che devono essere adottate per la luce delle porte e lo spazio libero antistante la cabina.
Infine il caso relativo alla dimensione della cabina negli ascensori per disabili per gli impianti che devono essere istallati all’interno di un edificio preesistente, eventualità per la quale le misure di riferimento saranno leggermente inferiori a quelle precedentemente indicate, attestandosi a 120 centimetri di profondità per 80 di larghezza, con luce netta di 75 centimetri e spazio minimo antistante la cabina che deve raggiungere i 140×140 centimetri.

Dove può essere installato un ascensore per disabili?

Come abbiamo già visto, la legge non si limita solo a fissare la dimensione che deve caratterizzare una cabina negli ascensori per disabili, ma provvede anche a stabilire un obbligo di installazione ove si tratti di edifici con oltre tre livelli fuori terra. Va anche ricordato come sia possibile valutare se sia opportuno o meno provvedere all’installazione di un ascensore in grado di rivelarsi idoneo per il trasporto dei disabili anche in edifici che vantino un numero minore di piani oppure all’interno di abitazioni private.
Anche in questo caso le misure di riferimento mutano a seconda che si tratti di un edificio preesistente o uno di nuova costruzione. Nel primo caso le dimensioni di un ascensore in grado di rivelarsi adatto al sollevamento verticale di disabili e persone con ridotta mobilità sono lievemente inferiori, in quanto la profondità della cabina dovrà raggiungere perlomeno i 120 centimetri, la larghezza non meno di 80, la luce netta i 75, mentre lo spazio minimo antistante la cabina dovrà attestarsi sempre a 140×140 centimetri.